Lunedì della IV settimana di Quaresima, Gv 4,43-54 “Quell’uomo credette alla parola”

Lunedì della IV settimana di Quaresima
Gv 4,43-54
“Quell’uomo credette alla parola”
Il vangelo di oggi ci racconta il secondo segno che Gesù fece a Cana di Galilea: la guarigione del figlio di un funzionario del Re. Un miracolo a distanza, una grazia creduta sulla parola pronunciata e ascoltata: il padre crede a quello che dice Gesù e ritorna alla sua casa dove ritrova il figlio guarito. Nel breve dialogo il Signore ha uno sfogo, afferma che se le persone non vedono segni e prodigi non credono, risposta che però si scontra con la disperazione di un padre per la salute del figlio… Succede che le preoccupazioni pastorali non tengano conto della situazione vitale delle persone, che corrette considerazioni e valutazioni su come le persone sono abituate a vivere la dimensione ecclesiale o pubblica della fede siano inopportune di fronte a momenti di alta intensità e drammaticità. Gesù lo avverte e sospende le sue esternazioni per acconsentire alla richiesta di quel padre disperato. Non è l’unico episodio dove qualcuno riesce a forzare l’intervento del Signore, anche una donna cananea otterrà la guarigione della figlia dopo aver discusso con Gesù. Il Figlio di Dio sa cedere di fronte all’urlo di una richiesta che forza la linea pastorale, i criteri della missione. La realtà è più importante delle idee. Non resistiamo rigidamente a quello che autenticamente si scontra con una scelta, una linea adottata. È Quaresima anche saper cedere a un inaspettato che chiede di essere accolto.