Martedì della IV settimana di Quaresima, Gv 5,1-16 “non ho nessuno”

Martedì della IV settimana di Quaresima
Gv 5,1-16
“non ho nessuno”
Nel racconto del vangelo di oggi colpisce il rimprovero che alcuni rivolgono all’uomo guarito perché trasporta la barella sulla quale viveva quand’era malato. Sono prontissimi a notare l’infrazione della legge del Sabato, ma erano distratti quando quest’ uomo non riusciva a immergersi nelle acque della piscina. Com’è possibile essere così insensibili alla grandezza di una guarigione, a un cambiamento atteso da tantissimo tempo e finalmente arrivato, alla possibilità di riprendere una vita autonoma e dignitosa? Penso che questo accada quando siamo distanti dalla vita di alcune persone e non abbiamo mai provato a metterci nei loro panni. Finché quest’ uomo era al bordo della piscina insieme agli altri disperati era un uomo solo, non aveva nessuno che lo aiutasse, nessuno che fosse interessato alla sua situazione… E ora a nessuno interessa che stia meglio, ma solo l’osservanza del Sabato. Se non stai accanto a un bambino che soffre per qualche disturbo o carenze affettive non comprenderai le sue reazioni rabbiose e aggressive, ma sarai pronto a giudicarlo e a castigarlo. Se non parli con chi vive per strada non potrai immaginare il rammarico per gli errori commessi e gli affetti perduti, ma sarai pronto a etichettarlo come ubriacone e perditempo. Se non ascolti i desideri di amare e di essere amati delle persone con orientamenti affettivi diversi potresti ritrovarti a giudicarle come trasgressive. Se non accetti le tue debolezze potresti pensare di essere sbagliato o che Dio ti ha castigato. Lasciamo che la Parola di Dio possa aprire quelle gabbie che ci imprigionano in giudizi riduttivi sui fratelli e su di noi.