Sabato della III settimana di Avvento “Giovanni è il suo nome”

Sabato della III settimana di Avvento
Luca 1,57-66
“Giovanni è il suo nome”
Siamo giunti alla nascita del precursore, di colui che preparerà il popolo all’incontro con Gesù, Giovanni è il suo nome. E questa scelta è una rottura con la tradizione che voleva si scegliesse il nome di un antenato per permettere che se ne continuasse la memoria, il ricordo, una sorta di superamento della morte. Giovanni vuol dire “Dio dona”, già nell’etimologia vi è una promessa di novità. E così fin da subito, Giovanni comincia a preparare il terreno al Signore che verrà, stimolando le persone ad aprirsi all’accoglienza di una Parola nuova che non sia la ripetizione del passato, non contro, ma neppure un reiterare il già noto. Una difesa che neghi la possibilità dell’esistenza di orizzonti più ampli della verità è dannosa e controproducente, però a volte la scegliamo come un rifugio per timore del cambiamento. Gesù sarà la Parola piena che porta a compimento la rivelazione, ma lo farà setacciando la tradizione per purificarla dalle consuetudini errate e aprendo lo sguardo sul volto paterno di Dio. E non solo Giovanni è un dono, ma tutti noi lo siamo, nel nostro piccolo siamo parole mai pronunciate prima, chiamati alla vita dal creatore. E come il nome di battesimo ci è stato donato così la vita è un’avventura per esprimere pienamente quella novità di bene che possiamo essere, quell’ originalità irripetibile che non abbiamo scelto, ma nella quale possiamo credere.