Sabato della II settimana di Quaresima, Lc 15,1-3.11-32 “si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo”

Sabato della II settimana di Quaresima
Lc 15,1-3.11-32
“si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo”
C’è una luce di speranza che emerge dai discorsi e dalla vita del Signore, un riflesso che attira coloro che si sentono un po’ persi, irregolari, sbagliati. Sanno di essere giudicati male da coloro che sono osservanti e ligi alle norme, sanno che non potranno sedersi alla stessa mensa, che non c’è posto per loro… Chissà che sorpresa quando si accorsero che un rabbì, un maestro, non ha remore a mangiare con loro! Che anch’egli trasgredisce qualche regola, soprattutto quelle che imprigionano gli uomini in schemi: peccatori -santi, giusti-ingiusti, regolari-irregolari e non perché sia superficiale o libertino, ma perché manifesta l’amore del Padre che ama tutti i suoi figli. La grande parabola dei due figli rimane un capolavoro d’ispirazione e di denuncia delle osservanze religiose prive di conversione, di assimilazione all’amore di Dio. Si può vivere nella casa del Padre senza averlo realmente conosciuto, senza assomigliargli nel suo amare. Quante volte ci ha irritato, disturbato questa festa per il figlio minore che ritorna dopo che ha sperperato la sua parte di eredità… Povero fratello maggiore che dopo tutta questa fatica non riceve nulla se non l’essere nella casa del Padre, lavorare, avere amici, stare bene e la stessa libertà di agire…. Ma non fa fratelli, solo un altro figlio di suo padre! Parla come un figlio unico, non c’è posto per un fratello, non esulta per chi è tornato consapevole e dispiaciuto di quello che aveva sbagliato. Sembra lo veda come un rivale in una competizione per chi è più bravo. Ascoltiamo il disturbo che questo brano suscita in noi perché ci aiuterà a comprendere meglio dove siamo ancora fermi, bloccati nel conoscere l’amore con cui Dio Padre ci aspetta, ci guarda e può suscitare in noi fraternità senza antagonismi.