Sabato della I settimana di Avvento
Matteo 9,35-38 – 10,1.6-8
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”
Percorrendo le strade della sua terra, Gesù si commuove perché avverte la stanchezza delle folle e i loro smarrimenti. Percepisce che sono alla ricerca di una voce autorevole che sia credibile, voce di un pastore capace di aiutarle a trovare ciò che sfama e disseta. Questa situazione mi ricorda quella attuale, anche oggi si riscontra una diffusa stanchezza del vivere che si traduce in rapporti stressati e nervosi, facilmente ci si irrita e ci si scontra. Forse la frenesia o la precarietà economica possono essere alcune cause di questa stanchezza come pure la richiesta di livelli alti di prestazioni per rimanere sul mercato e magari guadagnando solo il necessario per sopravvivere. Spesso tutto questo ha ripercussioni sulle relazioni affettive che diventano valvole di sfogo. È certo che siamo assetati di pace e ascolto reciproco. Emerge una sete di spiritualità, di aggregazione. Credo che quando la vita di fede si traduce in piccole comunità accoglienti possa diventare una bella offerta di ristoro e speranza al mondo. Le nostre realtà ecclesiali se ispirate dal Signore, dal suo comandamento dell’amore, si possono tradurre in accoglienze gratuite, prive della necessità di prestazioni, creando quel clima per poter essere se stessi. Sappiamo quante energie occorrono per mostrarsi diversi, all’altezza di qualche aspettativa. Vegliamo sulle nostre comunità affinché si generi un tessuto di fiducia che aiuti a rialzarsi dalle proprie cadute, dai propri sbandamenti, a portare i pesi gli uni degli altri perché lo Spirito che realizza la chiesa è quello del Risorto!

Venerdì della I settimana di Avvento
Immacolata concezione
Luca 1,26-38
“Ecco la serva del Signore”
Oggi celebriamo la solennità dell’Immacolata Concezione, festa che afferma la purezza del cuore di Maria per essere grembo del Messia. E credo che il testo che ci viene proposto, permetta di intuire alcuni aspetti significativi di questa trasparenza della sua anima. Per lasciar crescere la Parola di Dio nella nostra vita, occorre lavorare per la semplicità e la limpidezza del cuore. Maria è meravigliata della proposta che riceve dall’angelo e chiede spiegazioni per poter comprendere prima di accettare, in lei vi è la dignità di una donna che vuol essere consapevole del suo sì e non ha dubbi sulla bontà di Dio. Ben diverso è il dialogo raccontato nella prima lettura dove sia Adamo che Eva cercano giustificazioni per le loro azioni scaricando le responsabilità tra di loro, a Dio e al serpente. Se alimentiamo la giungla delle irresponsabilità, quanto sarà più difficile che il Verbo diventi la nostra carne! Quante espressioni di potere trovano complicità in noi! Il più delle volte sono sottili forme di violenza che esprimiamo nelle relazioni quotidiane: chiacchere inutili, manipolazioni della verità, ripicche per poter tenere in pugno dei fratelli e tante altre forme di opacità di cuore e di affetti. Maria, aiutaci a essere sempre più sensibili per accorgerci di quelle forme di potere che esercitiamo sugli altri, a non aver paura di assumerci le nostre responsabilità per crescere nella sapienza e nella verità.

Giovedì della I settimana di Avvento 2023
Matteo 7,21.24-27
“Fa la volontà di Padre mio… Sulla roccia”

Un passo di vangelo che pur rimanendo impresso nella nostra memoria non avrà mai esaurito la sua forza interlocutrice, penso che se solamente ci riproponesse la domanda “la mia vita è costruita sulla roccia?” sarebbe già un testo preziosissimo. Ho costruito la mia vita su qualcosa di solido, di vero?
Non nascondo che a volte non ne sono certo, temo di aver sbagliato scelte, guardo altre esistenze e penso che potrebbero essere per me. Penso che passaggi di incertezze siano umanamente comprensibili e ci costringono a darci qualche risposta, rinnovare le motivazioni, purificare quelle parziali. Quando possiamo dire di stare costruendo sulla roccia? Il vangelo ci suggerisce che “il fare la volontà del Padre” sono le fondamenta solide. Compiere quelle scelte che avverti personali, uniche e vere. Quelle luci che perseverano nell’anima e sono frutto di preghiera e domanda, squarci di chiarezza. Si costruisce sulla roccia quando si mettono in atto le intuizioni interiori senza lasciarle spegnere e ci si accorge che erano le indicazioni giuste, quando esprimi il tuo “eccomi” e nell’esserti fidato apprendi che il Signore è fedele alle sue promesse donandoti il centuplo. Si può fare esperienza della fedeltà di Dio alle sue parole! E la roccia e’ glabra come la pelle.. costruiamo sul solido quando non attuiamo difese e non temiamo di esporre le nostre debolezze perché il cuore poggia sul sentirci amati da Dio.

Mercoledì della I settimana di Avvento
Matteo 15,29-37
“Sfamare una folla così grande”
Per tre giorni hanno seguito il Signore per ascoltare la sua Parola ed essere guariti dalle loro malattie. Davvero grande è la fame di queste persone! Ma non di cibo. Hanno avvertito che Gesù dona loro un nutrimento per l’anima, ingredienti che alimentano speranza, libertà, fiducia e vitalità. Quanto ne siamo assetati anche noi! Siamo immersi in un acquario di parole, di notizie, ma poche sono autentiche, gratuite e capaci di dare prospettive. Ma poi esistono anche i bisogni primari che se pur momentaneamente silenziati dall’entusiasmo, alzano la voce e chiedono di essere soddisfatti. E Gesù si commuove di questa folla che lo ha seguito e ora ha fame. E coinvolge i suoi discepoli, chiede di condividere la preoccupazione, di pensare a come provvedere. “Ma siamo pochi! Abbiamo poco!” Eppure con il Signore il nostro poco può diventare molto. Il poco di una piccola comunità può diventare gioia per molti. Se non ci chiudiamo tra di noi, impauriti dal diverso, arrocati a difendere principi e idee, ma lasciamo che il mondo attorno a noi ci ferisca l’anima con le sue domande, i suoi dolori allora potremo dare tanto perché abbiamo ricevuto tanto dal Signore: la sua stessa vita!

Martedì della I settimana di Avvento
Luca 10,22-24
“Ti rendo lode”
Gesù ringrazia il Padre per aver scelto i piccoli come destinatari della Rivelazione, coloro che possono comprendere, apprezzare quello che ascoltano e che vedono. Ma chi sono i piccoli? Sembrerebbe coloro che appunto ascoltano e vedono! Ma che significa? Forse proprio che vi è un mondo che potrebbe sfuggirci se fossimo superficiali e approssimativi nel sentire e guardare… Non si tratta di ritenersi inferiori, ma di sapere di poter sempre ricevere, di poter imparare perché vi è una ricchezza di vite e di vita alla quale possiamo accedere. Che il primo modo per dire a qualcuno ‘tu esisti” è ascoltarlo e che quando noi stessi non ci sentiamo ascoltati proviamo rabbia e frustrazione perché viviamo l’esperienza del non contare, dell’essere trascurati e in fondo non essere voluti bene. Non sempre riusciamo ad ascoltare, spesso siamo persi nei nostri pensieri, nei nostri progetti oppure riteniamo di poter fare a meno degli altri. Non dare spazio nel nostro cuore al fratello soprattutto se inaspettato o peggio dato per scontato, ci può far perdere occasioni per sentirci e far sentire vivi. Ascoltare la persona amata, il figlio, il collega, l’amico, il povero, il nostro cuore, sia il vegliare che oggi ci riproponiamo e giunti alla sera affidare nella preghiera quegli aneliti di speranza che abbiamo percepito.

Lunedì della I settimana di Avvento 2023
Matteo 8,5-11
“Di soltanto una parola”
Oggi ci accompagna l’incontro di un centurione che chiede al Signore Gesù la guarigione per un servo paralizzato, senza pretendere che quest’ ultimo entri in casa, ma gli è sufficiente sentire una parola di consenso alla sua richiesta per credergli! Che fede! Credo che in parte sia così grande perché è un uomo per il quale le parole sono importanti, dice che è abituato a parlare e ad essere obbedito e questo sembrerebbe portarlo ad aver fiducia in una parola che ascolta. Abbiamo iniziato l’Avvento con l’invito a Vegliare e uno dei tratti più importanti della nostra vita su cui vegliare è quello della parola! Le nostre parole… Quanta importanza hanno! Che possano sempre essere espressione attenta e sincera del nostro animo. Frutti di una semplicità acquista nel lavoro di spogliazione dalle resistenze di apparire adeguati agli occhi degli altri, offerte per poter crescere nel bene.
Parole che comunicano perché ci comunicano.
E poi la Sua Parola… Troviamo in queste settimane il tempo per ascoltarla affinché possa ispirarci, sostenerci e aprirci gli occhi sui passi da compiere.

I domenica di Avvento 2023
Marco 13,33-37
“Vegliate”

Iniziamo il cammino di Avvento, un tempo forte, propizio alla Grazia della Speranza perché celebriamo la fedeltà del Signore alle sue promesse. L’invito che il Vangelo ci propone è “vegliare”, un verbo poco frequente nelle nostre raccomandazioni eppure è bellissimo. Mi richiama la tenerezza e la cura di quei momenti nei quali un genitore veglia su di un figlio magari dopo averlo salutato per il riposo. E lo guarda con occhi commossi per lo stupore di quella vita che gli è affidata. Ma anche un uomo che veglia sulla persona amata mentre dorme e ringrazia di quella presenza che ha sciolto la sua solitudine e ha generato una storia inaspettata. Vegliare è a volte colmo di trepidazione se si sta accanto a un malato o a un amico provato dalla vita. Vegliare, espressione di un amore che prega, implora, spera, sogna… Chissà quanti sguardi hanno vegliato su di noi senza che ce ne siamo accorti eppure ci sentivamo protetti! Dio è colui che veglia sui suoi figli…Tutti possiamo vivere questa dimensione, un vescovo che veglia sulla sua diocesi, un pastore sulla sua parrocchia, un politico sulla sua città… E vigilare che non si scivoli nel puro sorvegliare, espressione senza passione né fiducia… vegliate!